La farina chiese al fornaio :
“Quando diventerò una pagnotta?”
Il fornaio sorridendo
le rispose:
“Stai con gli altri ingredienti
datti il tempo di lievitare
e la forza di cuocere”

Diario di Maia – Parole e Suoni – Primo Lockdown

In questi giorni, ho letto un paio di passaggi “con il permesso speciale” il Diario giornaliero di mia figlia… è quasi disarmante vedere come descrivano con semplicità questo momento e di come il loro mondo stia in una dimensione di un abbraccio .

Mi chiedo cosa resterà loro di questo periodo di “vogliamocituttibeneviaweb” che mi preoccupa non poco e di quanti genitori presi da una personale difficoltà relazionale si siano attaccati ancora più ad una dipendenza virtuale Io per primo ho faticato a relazionarmi con i miei figli per 12 giorni di fila h24 senza poter lavorare e cosa gli racconto ? e i miei spazi ? 


Siamo a 20 giorni di presidi di quarantena e temo fortemente che il brutto, a livello antropo-sociologico, arriverà a breve.

Già perché quando rientrerò al lavoro, quanti saranno in grado di mediare tra la voglia di abbracciare e di tener lontano ?quanti in coda in tangenziale Ovest a Milano scenderanno dalle proprie auto in “un giorno di ordinaria follia” cit.
Sapere che fino al 3 Aprile #stiamotuttiacasa mi da un obiettivo, si duro se volete ma è li ! … cazzo lo vedo !… già e poi ?


Quanta energia in termini quantistici, questo potrà generare ? Se i miei valori sono sfalsati e trovo un gruppo che sostenga gli stessi parametri emotivi, mi sentirò legittimato nel compiere azioni concrete in vizio o virtù chiaramente. Un momento storico senza precedenti, che si dice : “cambierà tutti !”.Ora tra il dire e il fare, tra forma e sostanza, c’è un enorme abisso.Mi chiedo però quanti si sentano cambiati e non riescano poi per vicissitudini della vita, una volta vistisi allo specchio,  trasformarsi in farfalla, rimanendo intrappolati nella crisalide; con l’unica differenza che ora c’è una percezione dell’essere in trappola.Mi chiedo, se basti solo questo o se in realtà ti porti ad una condizione di malessere ancora peggiore.Vedere la torta in vetrina e scoprire che è buona è tutta un’altra faccenda.

Scoprire che magari volevo fare il falegname al posto che l’ingegnere aerospaziale, mi basta ?e come pago i conti ? e cosa dico a mio marito o moglie che sia ? come faccio … come faccio … come faccio !Quello che mi chiedo è: ma è il moto stesso il valore della felicità o riusulta poi insufficiente se non si percorre la strada, se non si è in grado di sentirla e viverla quella strada maledetta, perchè diciamocelo.  mica tutti riescono a godersi il momento ! Molti si spaventano, girano a vuoto persi nei propri ricordi o labirinti personali, molti spronano i propri cavalli e li mandano a briglia sciolta, molti si perdono, molti sorridono anche quando sono nelle “paludi della tristezza” e si barricano dietro una “positive vibes” perenne per non sentire.

E’ da capire se invece la sensazione che provo verso questa consapevolezza, il “tendere” all’idea è scintilla scatenante per muovere il primo passo.

Ora se nel corso di questa vita , riuscirò a compiere solo questo passo o tutta la strada non mi è dato saperlo, come per un viaggio di ritorno a volte non si sa bene come fare :un po’ si ascolta il cuore, un po’ la ragione, molto spesso si va a cazzo con gli strumenti che hai e con quel che trovi per strada.
Se la presa di coscienza di chi si è realmente, basti ad allontanare chi non siamo, a separare la farina dalla crusca diciamo, non credo sia dato saperlo e credo che la risposta affondi nel personale percorso di ognuno di noi, forse la media giusta è far costantemente comunicare le due parti in un moto continuo e regolare. Un pò come quando diventi abile in uno strumento: all’inizio una minima fluttuazione, distrazione ti faceva perdere il ritmo, poi con le mani sudate e indolenzite, lo studio del brano e la conoscenza dello strumento (già soprattutto quella !) arrivi ad armonizzare un brano, a tenere il ritmo anche in un 3/4 e tutto gira, e anche l’errore diventa parte dell’improvvisazione. Si, forse si !…forse, l’esecuzione del brano perfetto non esiste, ma è in una jam session con artisti sempre diversi, con melodie in crescendo e sincopate che troveremo il nostro modo di armonizzarci.

Il Giardino segreto


“Il giardino Segreto”- L’incontro tra Orto e Primavera

Protetto dalle porte della Cucina, guardando dall’oblò rifletto sui paralleli della vita e di
come Incontrare una persona, sia molto simile alla scelta di un Ristorante.
Possiamo scegliere quello che più ci inspira in quel momento, che ci han consigliato, che le
mie magre tasche si possono permettere o che preferiamo per abitudine; in base a queste
scelte mi aspetterò un ambiente, un mood, un menù specifico.
Dal Menù sceglierò “il solito” andando sul sicuro, oppure oserò scoprire qualcosa di nuovo ?
molte volte rimanendo deluso.

Le ordinazioni passano in cucina, la fucina dei desideri trasforma l’inchiostro in sapori e
colori , tra rumori, bestemmie, scottature e tutta la sua ruota gerarchica, dove ognuno ha un
ruolo fondamentale.

Ecco: esce la pietanza :
“Il giardino Segreto”- L’Incontro tra Orto e Primavera …

“Bello, che colori, che meraviglia !”
Ed ognuno ne ingurgita un pezzo, scatta una foto, trova i difetti, fa paragoni, scrive
recensioni, consiglia all’amico: “dai assaggia !” … e innaffiando il tutto con un vino passano
ad ordinare la seconda portata: “Cameriere ? la lista grazie !”

… poi in un angolo della sala vedo una persona, che aspetta, non mangia subito, come che si
rendesse conto che quel piatto rappresenta molto di più.
Comincia a vedere che ogni punto è studiato, è frutto di conoscenza, di errori, di notti in
bianco a sperimentare, di tempi di cottura, di una volontà viscerale dell’ Artista di far
emergere la passione disciplinata nell’ amore per la bellezza , dove il tutto non è solo
composizione estetica ma una fondamentale somma maggiorativa e forse … forse, ci si
rispecchia.

Da fuori, nota una selva di spezie fresche strutturate con una “mise en place” da Gourmet che
ricorda il suo lignaggio; poi la fragola sfrontata come un pizzico di malizia appariscente
come a voler simboleggiare la sua natura ribelle fatta di terra ed energia come l’Hummus e
di spazi senza confini dove semplici piantine possano donare enormi ricchezze a chi ben
osserva e coltiva.

Poi la vede: la Julienne di Carciofi:
Un carciofo cresce, protetto da potenti spine, nascosto tra frasche alte e solo chi è temerario
e si è punto può cogliere il suo frutto, ma è ancora spinoso, bisogna attendere che sia pronto
per essere lavorato, con perizia e delicatezza, perché nasconde un cuore tenero, ma ancora
amaro, così … con le mani scure del suo colore, viene sbiancato dal limone e diventa pronto.


Assaggia: all’interno le note dei ceci si accompagnano ad una crema di carciofo, senape e
wasabi e scopre che anche l’amaro diventa dolce dove trova terreno fertile e dove meno te
l’aspetti; prova i minuscoli fiori e scopre sapori inaspettati di erba a rugiada, che la portano
tra le sue montagne …

… solo dopo nota un biglietto messo a fianco, quasi defilato che recita:
“fiorisco a saper aspettare”

e forse … ma forse è solo il riflesso del vetro della cucina che mi fa prender lucciole per
lanterne, vedo un intimo sorriso.

“Osservare l’altro in divenire, senza intervenire ma sapendo aspettare il momento giusto, osservare le
strade che l’hanno portato di fronte a te, ci permette di scegliere se rispettare il suo percorso e creare
un incontro o di prenderne una parte scambiandola per il tutto.
Ci permette di avere la volontà di amare la bellezza della vita in tutte le sue forme e dell’animo
umano, di capire senza giudicare, di far parte di un mondo più ampio eppure più semplice”

Buon appetito …

Il Grano, Il cuoio ed il sorriso

IL GRANO, IL CUOIO ED IL SORRISO

Il temponei ricordi non si ferma ma semplicemente rallenta, prende un ciclo più Naturale, procede con il battito del cuore.
Affondare le mani nel grano, specialmente quello saraceno è come rivedere una fotografia, una di quelle
immagini un pò sgualcite, con i bordi gialli che aumentano di valore mano a mano che passa il tempo.

Mi ricorda i trucioli ch eran simili a tagliatelle in bottega da mio Nonno, mentre aggiustava i tacchi o rifilava una suola,mi ricordo della latta di plastica che usava per intingere il pennello, l’odore denso e favoloso di quella colla
sempre con una magica pigna colata di colla secca … che regolarmente andavo a staccare e tocacciare di nascosto smarmellandomi le mani.

Ricordo la parannanza e i milioni di pezzetti in giro ovunque, ricordo il suo sorriso tirato e il soprannome che mi dava : ” il me Tapin !”
intercalando ogni tanto con qualche saracca quando gli scappava di mano il taglierino.

Ricordo soprattutto la fierezza con cui svolgeva il suo lavoro, la soddisfazione di aver fatto di una scarpa un’opera d’arte e la vera felicità  …dei clienti.Le scarpe non si cambiavano, si sistemavano, anzi si accomodavano :-“Gelindo son strette, me le allarga ?”
“-Certo mi faccia vedere “-“Mi raccomando che devo andarci in Chiesa la Domenica !”
… Lui sapeva ancora prima di riconsegnare quelle scarpe rimodellate su misura di aver fatto un buon lavoro e di aver contribuito ad una semplice felicità
fatta di non avere male ai piedi, così che per ogni passo percorso la suola sarebbe slittata sempre di meno, le scarpe sarebbero calzarte sempre di più:

se è vero che tutti siamo collegati, mi chiedo quanti sorrisi siano nati per un paio di scarpe ben calzanti e di quante opportunità siano nate anche per quello.
Beh caro nonno, credo che la strada giusta l’abbia sempre percorsa tu, come molti altri, andando a fare il garzone, il “bocia” per scelta o per obbligo in bottega ma imparando con fatica, impegno e amore a trasformare un semplice lavoro in una forma d’arte.

Credo che le motivazioni  che ci spingono a fare qualcosa si vedano in ogni cosa: da un dipinto, da un tacco di una scarpa, dalle mani cotte dal sole, dalle suole consumante, dallo sguardo di chi riceve, dai colori di un piatto.
E’ semplicemente l’amore che c’è dietro che traspare in ogni lavoro fatto bene … non a caso si dice “fatto a regola d’arte” e che rende quella creazione Viva.

Caro nonno… non sono un cuoco ma spero di diventare un’artigiano delle emozioni … come te.
il tuo Tapin

Cane in … fedele

Il cane in … fedele

Il titolo non promette nulla di buono, eppure …

già eppure ragioniamo insieme sull’idea di fedeltà :

il mitico dizionario Devoto-Oli ci dice che la fedeltà è una costante rispondenza alla fiducia accordata da altri o un impegno liberamente assunto, specialmente sul piano affettivo.

wow ! basterebbe questo passaggio per farci riflettere per giorni.

Eppure loro, sono li … “fedeli”, come la tradizione vuole.

Fedeli forse alle nostre aspettative ? uhm temo di no anche se ci piacerebbe e anche se ci provano costantemente.

Fedeli allora a cosa ?

forse alle nostre emozioni ?

già suona un pò meglio non credete ?

per un momento fingiamo di comunicare con loro solo attraverso il nostro sentire, il ritmo dei cuori e del respiro, senza parole, senza addestramenti, senza dover per forza “quadrare il cerchio” con supposizioni e metodi vari.

Proviamo a restare in ascolto … come a guardali per la prima volta.

Allora forse noteremmo, che guarda caso proprio mentre sono arrabbiato, loro arrivano, mentre son pensieroso, il gatto passa, mentre sono realmente felice, la coda si agita.

uhm … tutto bello ma allora come possiamo applicare le nostre regole, come far tornare il nostro cane infedele negli standard ?

per puro divertimento proviamo a ribaltare la frase : fedele in … cane … porre fiducia nel cane. uhm vuoi vedere che l’equazione funziona meglio così ?

già perchè vista così è proprio il cane che ci restituisce la fiducia, dicendo.  “dai non ti preoccupare, capita, io credo in te … io ho fiducia in te !”

e quindi … per riflesso posso avere fiducia in me, posso darmi un’altra occasione di essere fedele a me stesso.

e se per una volta vi è capitato questo transfert, questo punto di contatto favoloso … allora avete sperimentato una cosa che non si insegna ma si può solo vivere.

Continuando a camminare su questa frontiera di contatto, forse potremmo trovare da soli le risposte al rapporto che stiamo instaurando con loro.

Che ruolo stiamo giocando ?

Siamo dei Re o dei Tiranni ?

e forse forse semplicemente vivendosi l’un l’altro rispettando i propri limiti e senza mentire a se stessi (tanto loro ci sgamano subito !) potremmo costruire un bel rapporto 

basata sull’impegno, nel rispetto soprattutto dei tempi e spazi altrui e sull’intenzione di essere a fianco, ne avanti ne indietro ma semplicemente a fianco, spalla e coda, zampa e mano.

… e chissà mai che diventi un’amicizia con la A maiuscola ?

Il sole

Tra terra cielo e acqua a volte si trova il coraggio di saltare, non via, ma sul posto, riatterrando con più leggerezza, nella propria luce.

uno, due, tre … un bel respiro e … salta !

La squadra del Piccolo Principe

Proprio oggi, all’uscita della scuola un ragazzo distribuiva album di figurine dei calciatori.
Sulla copertina, con volti sorridenti, ragazzi che sembrano già uomini mostrano con orgoglio le maglie sgargianti di questa o quella squadra.
Scorrendo tra le pagine, la didascalia sotto il riquadro dove attaccare la figurina, recita:
nome, età, squadra, ruolo, goal fatti, partite giocate.

Mi chiedo allora se un novello Piccolo Principe, leggendo le stesse pagine non rimanga allibito e divertito dalla mancanza delle informazioni fondamentali :
qual’è il tuo sogno ?
qual’è il tuo colore preferito ?
a cosa pensi prima di addormentarti ?
ti piace cantare mentre corri ?
come si fa a sorridere ?
ti fanno male i piedi quando calci il pallone ?

cose importanti insomma …

ricordandomi che “i grandi” sono complicati da capire mi chiedo se un album con le figurine di persone comuni non possa essere una vera rivoluzione.
Per esempio a pagina 3 c’è la figurina di Nonna Maria magari intenta a rimestare la polenta:
status : felicemente vedova
abilità speciale : rimboccare le coperte ai nipotini
ama stiracchiare le gambe sul divano
gli occhi sorridono quando vede i colombi volare
sogna di aprire un chiosco di caldarroste
la puoi chiamare al numero …

Nel mio sogno vedo una bambina che all’uscita della scuola corre in edicola ad acquistare un pacchetto di figurine chiedendo all’edicolante:
“mi dia per favore quello delle figurine normali!” e scopre tra i vari doppioni di Carlo, Antonio e Giovanni proprio sua nonna … la Nonna Maria.
Forse che collezionare la normalità sia la vera libertà ?

Aperizie laiv 2 Novembre alle 18 !

Ueeeee alura siam pronte ! Il 2 Novembre laiv su Faisbüss alle ore 18 … alle sei di sera insomma ! Dopo il Rosario, per fare due chiacchiere tra comari, sul mondo che sembra tanto lontano e che forse forse si ritrova anche a casa 🏡… segui la nostra pagina Aperizie !!!

un modo per parlare di quel che accade in questi giorni, tra una risata ed una riflessione … con la saggezza delle Zie Marilde e Maria .

Il viaggio nel Mediterraneo

Serata magica, tra note e profumi, tra storie di Re e viaggi lontani, alla scoperta dei gusti della tradizione.

live @ Ristorante Mediterraneo Rsm

24 Ottobre Arpan live @Ristorante Mediterraneo rsm

Di che cosa ci si nutre veramente ? Solo di cibo o anche di racconti, emozioni e musica ?

scopriamolo insieme in una serata tra degustazioni e note narrate … info e prenotazioni 3397659968 – 0549 943613

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