IL GRANO, IL CUOIO ED IL SORRISO
Il temponei ricordi non si ferma ma semplicemente rallenta, prende un ciclo più Naturale, procede con il battito del cuore.
Affondare le mani nel grano, specialmente quello saraceno è come rivedere una fotografia, una di quelle
immagini un pò sgualcite, con i bordi gialli che aumentano di valore mano a mano che passa il tempo.
Mi ricorda i trucioli ch eran simili a tagliatelle in bottega da mio Nonno, mentre aggiustava i tacchi o rifilava una suola,mi ricordo della latta di plastica che usava per intingere il pennello, l’odore denso e favoloso di quella colla
sempre con una magica pigna colata di colla secca … che regolarmente andavo a staccare e tocacciare di nascosto smarmellandomi le mani.
Ricordo la parannanza e i milioni di pezzetti in giro ovunque, ricordo il suo sorriso tirato e il soprannome che mi dava : ” il me Tapin !”
intercalando ogni tanto con qualche saracca quando gli scappava di mano il taglierino.
Ricordo soprattutto la fierezza con cui svolgeva il suo lavoro, la soddisfazione di aver fatto di una scarpa un’opera d’arte e la vera felicità …dei clienti.Le scarpe non si cambiavano, si sistemavano, anzi si accomodavano :-“Gelindo son strette, me le allarga ?”
“-Certo mi faccia vedere “-“Mi raccomando che devo andarci in Chiesa la Domenica !”
… Lui sapeva ancora prima di riconsegnare quelle scarpe rimodellate su misura di aver fatto un buon lavoro e di aver contribuito ad una semplice felicità
fatta di non avere male ai piedi, così che per ogni passo percorso la suola sarebbe slittata sempre di meno, le scarpe sarebbero calzarte sempre di più:
se è vero che tutti siamo collegati, mi chiedo quanti sorrisi siano nati per un paio di scarpe ben calzanti e di quante opportunità siano nate anche per quello.
Beh caro nonno, credo che la strada giusta l’abbia sempre percorsa tu, come molti altri, andando a fare il garzone, il “bocia” per scelta o per obbligo in bottega ma imparando con fatica, impegno e amore a trasformare un semplice lavoro in una forma d’arte.
Credo che le motivazioni che ci spingono a fare qualcosa si vedano in ogni cosa: da un dipinto, da un tacco di una scarpa, dalle mani cotte dal sole, dalle suole consumante, dallo sguardo di chi riceve, dai colori di un piatto.
E’ semplicemente l’amore che c’è dietro che traspare in ogni lavoro fatto bene … non a caso si dice “fatto a regola d’arte” e che rende quella creazione Viva.
Caro nonno… non sono un cuoco ma spero di diventare un’artigiano delle emozioni … come te.
il tuo Tapin

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