“Il giardino Segreto”- L’incontro tra Orto e Primavera

Protetto dalle porte della Cucina, guardando dall’oblò rifletto sui paralleli della vita e di
come Incontrare una persona, sia molto simile alla scelta di un Ristorante.
Possiamo scegliere quello che più ci inspira in quel momento, che ci han consigliato, che le
mie magre tasche si possono permettere o che preferiamo per abitudine; in base a queste
scelte mi aspetterò un ambiente, un mood, un menù specifico.
Dal Menù sceglierò “il solito” andando sul sicuro, oppure oserò scoprire qualcosa di nuovo ?
molte volte rimanendo deluso.

Le ordinazioni passano in cucina, la fucina dei desideri trasforma l’inchiostro in sapori e
colori , tra rumori, bestemmie, scottature e tutta la sua ruota gerarchica, dove ognuno ha un
ruolo fondamentale.

Ecco: esce la pietanza :
“Il giardino Segreto”- L’Incontro tra Orto e Primavera …

“Bello, che colori, che meraviglia !”
Ed ognuno ne ingurgita un pezzo, scatta una foto, trova i difetti, fa paragoni, scrive
recensioni, consiglia all’amico: “dai assaggia !” … e innaffiando il tutto con un vino passano
ad ordinare la seconda portata: “Cameriere ? la lista grazie !”

… poi in un angolo della sala vedo una persona, che aspetta, non mangia subito, come che si
rendesse conto che quel piatto rappresenta molto di più.
Comincia a vedere che ogni punto è studiato, è frutto di conoscenza, di errori, di notti in
bianco a sperimentare, di tempi di cottura, di una volontà viscerale dell’ Artista di far
emergere la passione disciplinata nell’ amore per la bellezza , dove il tutto non è solo
composizione estetica ma una fondamentale somma maggiorativa e forse … forse, ci si
rispecchia.

Da fuori, nota una selva di spezie fresche strutturate con una “mise en place” da Gourmet che
ricorda il suo lignaggio; poi la fragola sfrontata come un pizzico di malizia appariscente
come a voler simboleggiare la sua natura ribelle fatta di terra ed energia come l’Hummus e
di spazi senza confini dove semplici piantine possano donare enormi ricchezze a chi ben
osserva e coltiva.

Poi la vede: la Julienne di Carciofi:
Un carciofo cresce, protetto da potenti spine, nascosto tra frasche alte e solo chi è temerario
e si è punto può cogliere il suo frutto, ma è ancora spinoso, bisogna attendere che sia pronto
per essere lavorato, con perizia e delicatezza, perché nasconde un cuore tenero, ma ancora
amaro, così … con le mani scure del suo colore, viene sbiancato dal limone e diventa pronto.


Assaggia: all’interno le note dei ceci si accompagnano ad una crema di carciofo, senape e
wasabi e scopre che anche l’amaro diventa dolce dove trova terreno fertile e dove meno te
l’aspetti; prova i minuscoli fiori e scopre sapori inaspettati di erba a rugiada, che la portano
tra le sue montagne …

… solo dopo nota un biglietto messo a fianco, quasi defilato che recita:
“fiorisco a saper aspettare”

e forse … ma forse è solo il riflesso del vetro della cucina che mi fa prender lucciole per
lanterne, vedo un intimo sorriso.

“Osservare l’altro in divenire, senza intervenire ma sapendo aspettare il momento giusto, osservare le
strade che l’hanno portato di fronte a te, ci permette di scegliere se rispettare il suo percorso e creare
un incontro o di prenderne una parte scambiandola per il tutto.
Ci permette di avere la volontà di amare la bellezza della vita in tutte le sue forme e dell’animo
umano, di capire senza giudicare, di far parte di un mondo più ampio eppure più semplice”

Buon appetito …

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